il tempo di leggere | L’arte della magia « il tempo di leggere

Questo è un racconto sulla magia, su dove va e, cosa forse più importante, da dove viene e perché, sebbene non pretenda dare una risposta a tutti questi interrogativi. O magari a nessuno.
[incipit]

Gordo Smith: Tu lo sai come vogliono essere sepolti i maghi?
Nonnina Weatherwax: Sì.
Gordo Smith: Be’, come?
Nonnina Weatherwax: Controvoglia.
(Pagina 17)

Se vale la pena di fare una cosa, vale la pena di farla male.
Nonnina Weatherwax
(Pagina 33)

Nelle Ramtop si accordava alle streghe la stessa condizione sociale che altre culture riconoscevano alle monache o agli esattori delle tasse o agli addetti alla pulizia dei pozzi neri. In altre parole, esse venivano rispettate, qualche volta ammirate, in generale applaudite per fare un lavoro che andava fatto. Ma la gente non si sentiva mai del tutto a proprio agio in una stessa stanza con loro.
(Pagina 40)

Nonnina Weatherwax: Naturalmente, questa è una forma di magia.
Eskarina: Come, semplicemente conoscere le cose?
Nonnina Weatherwax: Conoscere le cose che gli altri non sanno.
(Pagina 44)

Hilta scoppiò a ridere. A Esk la sua risata piacque molto. […] Hilta rideva come una persona che aveva riflettuto molto sulla Vita e aveva capito che era tutta uno scherzo.
(Pagina 76)

Esk si perse.
Ci volle un po’ di tempo, ma ci riuscì.
(Pagina 77)

Le giunsero invece da migliaia di cervelli, che pensavano tutti simultaneamente, abbastanza segnali da convincerla che il mondo era davvero stupido come lei aveva sempre ritenuto che fosse.
(Pagina 83-84)

Le grotte dei nani echeggiavano dei colpi di martelli, anche se principalmente per fare impressione. Ai nani riesce difficile pensare senza il suono dei martelli, che loro trovano calmante. Così quelli di loro che guadagnano bene nel lavoro impiegatizio, pagano i folletti perché percuotano piccole incudini cerimoniali, tanto per mantenere intatta la reputazione nanesca.
(Pagina 108-109)

Alla fine diede un calcio alle setole e trattenne il respiro, una specie di fischio all’inverso, che in tutto l’universo è il segno segreto degli artigiani e significa che sta per accadere qualcosa che risulterà costosa.
(Pagina 109)

«Io la vedo così. Prima di sentirlo parlare, ero come tutti. Capisci che voglio dire? Ero confuso e incerto a proposito di tutti i piccoli dettagli della vita. Ma adesso», si rianimò «mentre sono ancora confuso e incerto, lo sono su un piano molto più alto, capisci? E almeno ho la consapevolezza che sono i fatti veramente fondamentali e importanti dell’universo a rendermi perplesso.»
Treatle annuì. «Non avevo considerato la cosa da questo punto di vista, ma hai perfettamente ragione. Quel ragazzo ha davvero allargato i confini dell’ignoranza. C’è tanto nell’universo che noi non conosciamo.»
Entrambi assaporarono la curiosa soddisfazione di essere molto più ignoranti della gente comune, che ignorava soltanto le cose ordinarie.
(Pagina 165)

La luce era piena di vapori e attinica, la sorta di luce da indurre Steven Spielberg a contattare il suo legale incaricato del copyright.
(Pagina 174)

Udì una risata. Era il genere di risata…
Fondamentalmente, era p’ch’zarni’chiwkov. Questa parola, che a pronunciarla si rischia di otturare l’epiglottide, viene usata raramente sul Disco. Fanno eccezione i linguisti acrobati profumatamente pagati, e naturalmente, la piccola tribù dei K’turni che l’ha inventata. Non ha un sinonimo diretto, sebbene nella lingua Cumhoolie la parola «squernt» (sensazione che si prova nello scoprire che il precedente occupante del gabinetto ha usato tutta la carta) ci si avvicini come profondità di sentimento.
La traduzione più fedele è la seguente:
il debole e sgradevole rumore di una spada sguainata proprio dietro di noi nel preciso momento in cui pensavamo di esserci liberati dei nostri nemici.
Tuttavia coloro che parlano il K’turni sostengono che essa non renda il senso di sudore freddo, arresto cardiaco, budella contorte che c’è nell’originale.
(Pagina 180)

Una possibilità su un milione si verifica nove volte su dieci.
Nonnina Weatherwax
(Pagina 186)

Tagliangolo: È stato tanto tempo fa. Tanto tempo fa.
Nonnina Weatherwax: Non avevo i capelli bianchi allora.
Tagliangolo: A quell’epoca, ogni cosa aveva un colore diverso.
Nonnina Weatherwax: Questo è vero.
Tagliangolo: D’estate non pioveva tanto.
Nonnina Weatherwax: I tramonti erano più rossi.
Tagliangolo: C’erano più vecchi. Il mondo ne era pieno.
Nonnina Weatherwax: Già, lo so. E adesso è pieno di giovani. Strano, davvero, si crederebbe che fosse il contrario.
(Pagina 193)

«Bene», disse la Nonnina. Il suo tono di voce stava a indicare che l’universo intero avrebbe fatto meglio a stare attento.
In quel preciso momento un lampo mandò un altro vivido bagliore. Il che dimostra che anche gli dèi meteorologici hanno un senso teatrale ben sviluppato.
(Pagina 201)

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Welcome to Night Vale, episode 1 – Pilot

I fear for anyone caught between what they know and what they don’t yet know that they don’t know.

Ho paura per chiunque sia colto tra quello che non sa e quello che non sa ancora di non sapere.

Welcome to Night Vale, episode 3 – Station Management

The Arctic is lit by the midnight sun. The surface of the moon is lit by the face of the Earth. Our little town is lit too, by lights just above that we cannot explain.
Welcome to Night Vale.

L’Artico è illuminato dal sole di mezzanotte. La superficie della luna è illuminata dalla faccia della Terra. Anche la nostra piccola città è illuminata, da luci proprio su di noi che non possiamo spiegare.

Meanwhile, the Creeping Fear passed, first leaving Larry Leroy out on the edge of town, and then the Car Lot, where they went back to offering gently used cars at affordable prices, and finally the rest of us – who could go back to living with the knowledge that at any given moment we will either live or die, and it’s no use guessing which.

Nel frattempo, la Paura Insidiosa è passata, prima lasciando Larry Leroy ai margini della città, e poi il Piazzale, dove sono tornati a offrire macchine usate con parsimonia a prezzi convenienti, e infine il resto di noi – che siamo potuti tornare a vivere con la consapevolezza che in ogni singolo momento vivremo o moriremo, ed è inutile indovinare quale dei due.

La Città delle Bestie

Sai quali sono i caratteri cinesi con cui si scrive la parola crisi? Pericolo + occasione.
John Cold

Con l’età si acquista una certa umiltà. Più invecchio e più mi sento ignorante. Solo i giovani hanno una spiegazione per ogni cosa. Ala tua età si può essere arroganti e non ha molta importanza fare butte figure.
Kate

Esistono due tipi di problemi, quelli che si risolvono da soli, e quelli che non hanno soluzione.
Kate

La paura fa bene, è il sistema di allarme del corpo, ci avvisa del pericolo; ma a volte il pericolo è inevitabile e di conseguenza occorre dominare la paura.
Alex/Giaguaro

Da La città delle Bestie di Isabel Allende.

contemplazioni

Canto di manzo cornuto
(dal Sud-Ovest)

La Terra d’Oriente sembra molto bella.
Vado verso di essa e vedo
Quanto sembra essere bella.
Vado verso la Terra Piacente.

La Terra d’Occidente è più terribile.
Vado verso di essa e vedo
Come è terribile la Terra.
Vado verso la Terra paurosa.

da Canti degli indiani d’America

Il Lupo Garou di Leonie Swann

“Cosa state facendo?” domandò la capra con un corno solo.
“Un thriller!” proclamò la capra grigia, agitando drammaticamente le orecchie.
“Con le pecore?” domandò la capra con un corno solo, strizzò un occhio e sbirciò con aria critica attraverso lo steccato.
“Un capriccio!” disse la capra grigia scalpitando.
“Una commedia!” disse la capra sul comò.
“Non sarà mai e poi mai una commedia,” disse la capra con un corno solo e guardò ancora attraverso il recinto.
“È tutto una commedia!” brontolò la capra sul comò. “Una commedia con tanto rosso!”
Le tre capre guardarono le pecore che pascolavano ignare.
“Tutto questo ce lo immaginiamo soltanto!” disse la capra con un corno solo.
[incipit]

Le pecore madri portarono gli agnelli al sicuro, lontano dall’uomo con il piccolo cane. E trovarono un… un… […] Un mucchio di fieno! […] Esatto, un mucchio di fieno! […] E le pecore madri si sfamarono e gli agnelli si rotolarono tutti insieme,e nel fieno, e tacquero!
Quello che le pecore ricordano della storia di “The Silence of the Lambs” (letteralmente “Il silenzio degli agnelli”, titolo originale de “Il Silenzio degli Innocenti”), letto loro da Rebecca.
(Pagina 17)

Zora alzò gli occhi al cielo e passò per prima attraverso il filo metallico, superando la capra con l’orecchio nero. Prudente. Sicura. Come sull’orlo di un precipizio. Anche il bosco era un precipizio. Solo che non andava verso il basso, bensì verso l’interno.
(Pagina 71)

Rebecca si fermò e si guardò intorno. Le guardò. Le pecore si sforzarono di sembrare leggere e fioccose. Leggere, fioccose e immobili, come la neve.
(Pagina 85)

Improvvisamente Maple ebbe la strana sensazione di non dover vedere affatto. Aveva già visto, ma non aveva capito. La traccia del Garou era nella sua testa, da qualche parte, così vicina che poteva toccarla.
Maple chiuse gli occhi e guardò ancora.
(Pagina 215)

Improvvisamente Maple sentì di essere su una pista importante. Chiara e larga come una strada. La pecora più taciturna del gregge era un interlocutore sorprendentemente stimolante.
(Pagina 222)

Allora le pecore cominciarono ad aver paura, prima tutte insieme, poi ognuna per conto suo.
(Pagina 259)

Gli esseri umani credevano di pensare più di tutti gli altri esseri viventi. Questo era un errore. Anche le pecore pensavano ininterrottamente profondi pensieri lanosi. Gli uomini, però, avevano le mani per afferrare i loro pensieri, per trattenerli, per dar loro una forma, per trascinarli dal nebuloso mondo dei pensieri sul pascolo della vita, per metterli per iscritto e passarli ad altri, da una testa all’altra, di mano in mano.
(Pagina 275)

Un gregge è come… come un agnello. Bisogna proteggerlo. Qualunque cosa accada. Bisogna proteggerlo perché c’è.
Sir Ritchfield
(Pagina 404-405)

Heathcliff: Hai paura?
Othello: Non ha importanza. È il mio gregge. Questo è importante. Un montone difende il suo gregge contro tutto. Tutto. […] Non è sempre così importate se si ha paura oppure no.
(Pagina 405)

Sorgente: Il Lupo Garou « il tempo di leggere