Altre frasi sul tema: “vita”

L’unica gioia al mondo è cominciare. È bello vivere perché vivere è cominciare, sempre, ad ogni istante.
Cesare Pavese

 La vita deve essere vissuta e bisogna essere sempre curiosi. Non bisogna mai, per nessuna ragione, voltare le spalle alla vita.
Eleanor Roosvelt

Per trovare il senso della vita non c’è niente come morire.
Enrique Jardiel Poncela

In ogni momento della vita si è quel che si è, quel che si è stati, quel che si diverrà.
Oscar Wilde

Se la mia vita somiglia a una discarica, è mio compito riuscire a venirne fuori, dissodare il terreno e piantare dei fiori per sfruttare al meglio tutto il concime naturale.
Anne Wilson Shaef

La vita è un viaggio che, ovunque conduca, porta comunque a casa.
Herman Melville

Possa io fare della mia vita qualcosa di semplice e diritto, come un flauto di canna che il Signore riempie di musica.
Rabindranath Tagore

…e luntano se ne va
tutt’a vita accussi’ e t’astipe pe nun murì.
“Quanno chiove” – Pino Daniele

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Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato

— Puoi promettermi che ritornerò?
— No. E se farai ritorno, non sarai più lo stesso.

Bilbo e Gandalf

 

Far over the misty mountains cold
To dungeons deep and caverns old
We must away ere break of day
To find our long forgotten gold.
The pines were roaring on the height,
The winds were moaning in the night,
The fire was red, it flaming spread;
The trees like torches blazed with light

Lontano su nebbiosi monti gelati
in antri oscuri e desolati.
Partir dobbiamo, l’alba scordiamo
per ritrovare gli ori incantati.
Ruggenti pini sulle vette
dei venti il pianto nella notte.
Il fuoco ardeva fiamme spargeva
alberi accesi torce di luce.

La canzone dei Nani che ricorda quando Smaug attaccò Erebor

Memorie di Adriano – frasi varie

Mio caro Marco,
Sono andato stamattina dal mio medico, Ermogene, recentemente rientrato in Villa da un lungo viaggio in Asia. Bisognava che mi visitasse a digiuno ed eravamo d’accordo per incontrarci di primo mattino. Ho deposto mantello e tunica; mi sono adagiato sul letto. Ti risparmio particolari che sarebbero altrettanto sgradevoli per te quanto lo sono per me, e la descrizione del corpo d’un uomo che s’inoltra negli anni ed è vicino a morire di un’idropisia del cuore.

[incipit]

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Non ci sono al mondo persone più volgari dei nostri complici. L’occhiata obliqua dell’oste che mi riserva il vino migliore, e per conseguenza ne priva qualcun altro, bastava già, nei giorni della mia giovinezza, a ispirarmi un profondo disgusto per gli svaghi di Roma. Non mi piace che un essere umano ritenga di conoscer già il mio desiderio, prevederlo, adattarsi meccanicamente a quella che suppone la mia scelta.

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Quasi tutto quel che gli uomini han detto di meglio è stato detto in greco.
[…]
Tutto quel che ciascuno di noi può tentare per nuocere ai suoi simili o per giovar loro, almeno una volta, è già stato fatto da un greco.

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…gloria, se vogliamo dare questo bel nome appassionato alla nostra smania di sentir parlare di noi.

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Non ch’io disprezzi gli uomini: se lo facessi, non avrei alcun diritto, né alcuna ragione, di adoperarmi a governarli. So bene che sono vanitosi, ignoranti, avidi, irrequieti, capaci quasi di tutto pur di arrivare, pur di farsi valere, anche solo ai propri occhi, o anche soltanto per evitare di soffrire. Lo so bene: sono fatto anch’io come loro.

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Invidio coloro che riusciranno a compiere il giro dei duecentocinquantamila stadi greci calcolati così bene da Eratostene, percorrendo i quali ci si ritroverebbe al punto di partenza. M’immaginavo nell’atto di prendere semplicemente la decisione di continuare a camminare davanti a me, sulla pista che ormai sostituiva le nostre strade. Questa idea mi piaceva… […] Va da sé che era solo un sogno, il più breve di tutti. […] Ciò nonostante, quel sogno mostruoso, che avrebbe fatto fremere i nostri avi, saggiamente confinati nella loro terra del Lazio, io l’ho fatto, e l’averlo avuto solo un istante mi rende diverso da essi per sempre.

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Pochi mesi dopo la grande crisi, ebbi la gioia di veder formarsi nuovamente la fila delle carovane in riva all’Oronte; le oasi si ripopolavano di mercanti che commentavano le notizie alla luce dei bivacchi, e che ogni mattina, insieme alle loro merci, starei per dire caricavano, per trasportarle in paesi sconosciuti, parole, pensieri, costumi intimamente nostri, che poco a poco avrebbero dilagato nel mondo in modo più sicuro che non le legioni in marcia.

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Ciascuno di noi ha più qualità di quel che non si creda, ma solo il successo le mette in luce, forse perché allora ci si aspetta di vederci smettere di esercitarle.

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A ogni sforzo per migliorare la condizione umana si oppone una obbiezione: forse, gli uomini non ne sono degni. Ma mi è facile eluderla: sino a che resterà irrealizzato il sogno di Caligola, e il genere umano tutt’intero non si ridurrà a una sola testa offerta alla scure, ci toccherà tollerarlo, raffrenarlo, volgerlo ai nostri fini; la cosa più vantaggiosa per noi sarà di servirlo. […] E ascoltavo a metà i bene intenzionati i quali affermano che la felicità snerva, che la libertà infiacchisce, che la dolcezza vizia coloro sui quali si esercita. Può darsi: ma, se consideriamo come va il mondo, seguire costoro è come rifiutarsi di nutrire a sufficienza un uomo emaciato, per paura che tra qualche anno gli capiti di diventare pletorico. Quando si saranno alleviate sempre più le schiavitù inutili, si saranno scongiurate le sventure non necessarie, resterà sempre, per tenere in esercizio le virtù eroiche dell’uomo, la lunga serie dei mali veri e propri: la morte, la vecchiaia, le malattie inguaribili, l’amore non corrisposto, l’amicizia respinta o tradita, la mediocrità d’una vita meno vasta dei nostri progetti e più opaca dei nostri sogni: tutte le sciagure provocate dalla natura divina delle cose.

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Non credo che alcun sistema filosofico riuscirà mai a sopprimere la schiavitù: tutt’al più, ne muterà il nome.

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Quella vecchia cieca che dal fondo d’una provincia barbara s’incammina alla volta dell’imperatore è divenuta per me quel ch’era stato in altri tempi lo schiavo di Tarragona: il simbolo delle popolazioni dell’impero che ho governate e servite. La loro immensa fiducia mi compensa di vent’anni di fatiche che in fondo non mi sono dispiaciute.

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Sopravverranno le catastrofi e le rovine; trionferà il caos, ma di tanto in tanto verrà anche l’ordine.

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Piccola anima smarrita e soave, compagna e ospite del corpo, ora t’appresti a scendere in luoghi incolori, ardui e spogli, ove non avrai più gli svaghi consueti. Un istante ancora, guardiamo insieme le rive familiari, le cose che certamente non vedremo mai più… Cerchiamo d’entrare nella morte a occhi aperti…

explicit, selezionare per leggere

da Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar

Memorie di Adriano – la vita, l’amore, la morte

E’ difficile rimanere imperatore in presenza di un medico.

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Non ho mai affondato i denti nella pagnotta delle caserme senza meravigliarmi che quella miscela rozza e pesante sapesse mutarsi in sangue, in calore, fors’anche in coraggio.

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Accetterò di assimilare l’amore alle gioie puramente fisiche (ammettendo che ve ne siano) quando avrò visto un ghiottone anelare di piacere davanti alla sua pietanza favorita come un innamorato sulla spalla dell’essere amato. Di tutti i nostri giochi, questo è il solo che rischi di sconvolgere l’anima, il solo altresì nel quale chi vi partecipa deve abbandonarsi al delirio dei sensi. Non è necessario per un bevitore abdicare all’uso della ragione, ma l’innamorato che conservi la sua non obbedisce fino in fondo al suo demone.

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Non ignoro che bisogna fare i conti con le iniziative personali di quell’estraneo affascinante che resta, malgrado tutto, ogni essere amato.

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Quel corpo tanto docile si rifiutava di lasciarsi riscaldare, di rivivere. Lo trasportammo a bordo. Tutto crollò attorno a me, tutto sembrò spegnersi. Zeus Olimpico, il Padrone di tutte le cose, il Salvatore del Mondo precipitò: non vi fu più che un uomo dai capelli grigi che singhiozzava, sul ponte d’una barca.

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L’esistenza m’ha dato molto, o, perlomeno, io ho saputo ottenere molto da lei; in questo momento, come ai tempi in cui ero felice, e per ragioni completamente opposte, mi sembra che non abbia più niente da offrirmi; ma non sono certo di non aver più nulla da imparare da lei.

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Ma tutte le teorie sull’immortalità m’ispirano diffidenza: il sistema delle retribuzioni e delle pene lascia freddo un giudice consapevole della difficoltà d’un giudizio. D’altra parte, mi accade altresì di trovar troppo banale la soluzione opposta, il puro nulla, il vuoto ove risuona la risata d’Epicuro. […] Il viaggiatore racchiuso nel corpo del malato orami sedentario per sempre s’interessa alla morte perché essa rappresenta una partenza. […] Se, per miracolo, qualche secolo venisse aggiunto ai pochi giorni che mi restano, rifarei le stesse cose, persino gli stessi errori, frequenterei gli stessi Olimpi e i medesimi Inferi. Una constatazione simile è un argomento eccellente in favore dell’utilità della morte, ma nello stesso tempo m’ispira dubbi sulla totale efficacia di essa.

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Non mi bisticcio più con i medici; i loro sciocchi rimedi m’hanno ucciso; ma la loro presunzione, la loro pedanteria ipocrita è opera nostra; mentirebbero meno se noi non avessimo paura di soffrire.

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da Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar

proverbi dal mondo

Se il destino di un uomo è annegare, annegherà anche in un bicchier d’acqua.

Yddish

Se sei diverso stiamo insieme, perché la nostra diversità germoglierà, e ci farà ricchi.

Indiano

Ogni mattina in Africa, una gazzella si sveglia, sa che dovrà correre più in fretta del leone o verrà uccisa.
Ogni mattina in Africa, un leone si sveglia, sa che dovrà correre più della gazzella, o morirà di fame.
Quando il sole sorge, non importa che tu sia un leone o una gazzella: l’importante è che cominci a correre.

Africano

Piano piano è il vero viaggio.

Swaili

Un vita senza amici è una vita senza sole.

Tedesco

L’uomo abile lo riconosci dal buon raccolto. Ma più forte dell’uomo abile è l’uomo di fede: l’uomo di fede lo riconosci dalla semina.

Cileno