My lover asks me:
“What is the difference between me and the sky?”
The difference, my love,
Is that when you laugh,
I forget about the sky.
Nizar Qabbani
Sorgente: My Lover Asks Me by Nizar Qabbani – Famous poems, famous poets. – All Poetry
My lover asks me:
“What is the difference between me and the sky?”
The difference, my love,
Is that when you laugh,
I forget about the sky.
Nizar Qabbani
Sorgente: My Lover Asks Me by Nizar Qabbani – Famous poems, famous poets. – All Poetry
I always say a cup of tea makes all the difference.
Io dico sempre che una tazza di tè fa tutta la differenza.
Miss Pierce
Appointment with Death (La domatrice) di Agatha Christie
Citazioni sul tè
Eccoci qua che anche il 2021 sta giungendo alla fine ed io presa da mille impegni, tanto da non riuscire nemmeno a scrivere un articolo la settimana scorsa per il giorno di Natale, che quest’anno è caduto di sabato.
View original post 513 altre parole
Il seno di Marika sbatteva contro il piano di lavoro della cucina, sparpagliando posate e facendo precipitare a terra mestoli e barattoli di spezie.
[incipit]
Se esistesse solo quel che possiamo vedere co’ l’occhi, un saremmo capaci di sognare e la vita sarebbe insopportabile.
Nero
(Pagina 254)
Andrea: Che c’è di meglio di fa i’ cuoco?
Lapo: Oh, beh, ci sono mestieri importanti, da cui dipende i’ destino del mondo. Fare il Chianti Classico, per esempio!
(Pagina 9)
Sorgente: Italian Way of Cooking « il tempo di leggere di Marco Cardone
Al massimo tra cinque mesi Napoli finirà di esistere. Al massimo tra cinque mesi Napoli non ci sarà più. I Campi Flegrei ci stanno preparando il benservito. La città sarà distrutta.
[incipit]
Che me ne fotte di un quadro, del mare e di un libro se io non ci sto, se io non sono quadro di me, mare di me, storia di me.
Maria Amerigo, la madre di Luce
(Pagina 106)
Anche se fossi andata da un’altra parte sarei rimasta qui. Ci sono posti dove uno sta da sempre, da prima di nascere. E in questi posti si rimane, dovunque si vada. Si rimane anche dopo morti, anche se nessuno se ne accorge.
Nonna Giulia
(Pagina 162)
Sorgente: Fuoco su Napoli di di Ruggero Cappuccio
Allora, che ore sono?
Se l’orologio di questo campanile va bene, sono le otto.
Quindi sono esattamente dodici ore che ci penso.
[incipit]
Distolgo lo sguardo dalla mia famiglia. Nonostante io sia un fantasma, il dolore che provo in questo momento mi sembra tanto umano.
(Pagina 63)
Quest’idea imbecille d’una società violenta e rancorosa, che ti spinge a trovare chi sta peggio di te e a dargli la colpa dei tuoi guai. Mai uno di loro che punti il dito su quelli che stanno meglio, eh?
Gino Strada
Sorgente: Gino Strada – Wikipedia
Ma non sottovalutare la mia voglia di lottare
Perché è rimasta uguale
Non sottovalutare di me niente
Sono comunque sempre una combattente
È una regola che vale in tutto l’universo
Chi non lotta per qualcosa ha già comunque perso
E anche se la paura fa tremare
Non ho mai smesso di lottare
È una regola che cambia tutto l’universo
Perché chi lotta per qualcosa non sarà mai perso
E in questa lacrima infinita
C’è tutto il senso della vita
Fiorella Mannoia – Combattente
Questo è un racconto sulla magia, su dove va e, cosa forse più importante, da dove viene e perché, sebbene non pretenda dare una risposta a tutti questi interrogativi. O magari a nessuno.
[incipit]
Gordo Smith: Tu lo sai come vogliono essere sepolti i maghi?
Nonnina Weatherwax: Sì.
Gordo Smith: Be’, come?
Nonnina Weatherwax: Controvoglia.
(Pagina 17)
Se vale la pena di fare una cosa, vale la pena di farla male.
Nonnina Weatherwax
(Pagina 33)
Nelle Ramtop si accordava alle streghe la stessa condizione sociale che altre culture riconoscevano alle monache o agli esattori delle tasse o agli addetti alla pulizia dei pozzi neri. In altre parole, esse venivano rispettate, qualche volta ammirate, in generale applaudite per fare un lavoro che andava fatto. Ma la gente non si sentiva mai del tutto a proprio agio in una stessa stanza con loro.
(Pagina 40)
Nonnina Weatherwax: Naturalmente, questa è una forma di magia.
Eskarina: Come, semplicemente conoscere le cose?
Nonnina Weatherwax: Conoscere le cose che gli altri non sanno.
(Pagina 44)
Hilta scoppiò a ridere. A Esk la sua risata piacque molto. […] Hilta rideva come una persona che aveva riflettuto molto sulla Vita e aveva capito che era tutta uno scherzo.
(Pagina 76)
Esk si perse.
Ci volle un po’ di tempo, ma ci riuscì.
(Pagina 77)
Le giunsero invece da migliaia di cervelli, che pensavano tutti simultaneamente, abbastanza segnali da convincerla che il mondo era davvero stupido come lei aveva sempre ritenuto che fosse.
(Pagina 83-84)
Le grotte dei nani echeggiavano dei colpi di martelli, anche se principalmente per fare impressione. Ai nani riesce difficile pensare senza il suono dei martelli, che loro trovano calmante. Così quelli di loro che guadagnano bene nel lavoro impiegatizio, pagano i folletti perché percuotano piccole incudini cerimoniali, tanto per mantenere intatta la reputazione nanesca.
(Pagina 108-109)
Alla fine diede un calcio alle setole e trattenne il respiro, una specie di fischio all’inverso, che in tutto l’universo è il segno segreto degli artigiani e significa che sta per accadere qualcosa che risulterà costosa.
(Pagina 109)
«Io la vedo così. Prima di sentirlo parlare, ero come tutti. Capisci che voglio dire? Ero confuso e incerto a proposito di tutti i piccoli dettagli della vita. Ma adesso», si rianimò «mentre sono ancora confuso e incerto, lo sono su un piano molto più alto, capisci? E almeno ho la consapevolezza che sono i fatti veramente fondamentali e importanti dell’universo a rendermi perplesso.»
Treatle annuì. «Non avevo considerato la cosa da questo punto di vista, ma hai perfettamente ragione. Quel ragazzo ha davvero allargato i confini dell’ignoranza. C’è tanto nell’universo che noi non conosciamo.»
Entrambi assaporarono la curiosa soddisfazione di essere molto più ignoranti della gente comune, che ignorava soltanto le cose ordinarie.
(Pagina 165)
La luce era piena di vapori e attinica, la sorta di luce da indurre Steven Spielberg a contattare il suo legale incaricato del copyright.
(Pagina 174)
Udì una risata. Era il genere di risata…
Fondamentalmente, era p’ch’zarni’chiwkov. Questa parola, che a pronunciarla si rischia di otturare l’epiglottide, viene usata raramente sul Disco. Fanno eccezione i linguisti acrobati profumatamente pagati, e naturalmente, la piccola tribù dei K’turni che l’ha inventata. Non ha un sinonimo diretto, sebbene nella lingua Cumhoolie la parola «squernt» (sensazione che si prova nello scoprire che il precedente occupante del gabinetto ha usato tutta la carta) ci si avvicini come profondità di sentimento.
La traduzione più fedele è la seguente:
il debole e sgradevole rumore di una spada sguainata proprio dietro di noi nel preciso momento in cui pensavamo di esserci liberati dei nostri nemici.
Tuttavia coloro che parlano il K’turni sostengono che essa non renda il senso di sudore freddo, arresto cardiaco, budella contorte che c’è nell’originale.
(Pagina 180)
Una possibilità su un milione si verifica nove volte su dieci.
Nonnina Weatherwax
(Pagina 186)
Tagliangolo: È stato tanto tempo fa. Tanto tempo fa.
Nonnina Weatherwax: Non avevo i capelli bianchi allora.
Tagliangolo: A quell’epoca, ogni cosa aveva un colore diverso.
Nonnina Weatherwax: Questo è vero.
Tagliangolo: D’estate non pioveva tanto.
Nonnina Weatherwax: I tramonti erano più rossi.
Tagliangolo: C’erano più vecchi. Il mondo ne era pieno.
Nonnina Weatherwax: Già, lo so. E adesso è pieno di giovani. Strano, davvero, si crederebbe che fosse il contrario.
(Pagina 193)
«Bene», disse la Nonnina. Il suo tono di voce stava a indicare che l’universo intero avrebbe fatto meglio a stare attento.
In quel preciso momento un lampo mandò un altro vivido bagliore. Il che dimostra che anche gli dèi meteorologici hanno un senso teatrale ben sviluppato.
(Pagina 201)
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La conoscenza è un bene prezioso e appartiene a tutti. Sempre. E non fa distinzione di orecchie.
Edmund
Perché ingenui e disperati non si distinguono gli uni dagli altri. Sono semplicemente la stessa cosa. Perché coloro che si addormentano ingenui si sveglieranno prima o poi disperati.
Florence De Lor
da Spiritus Templi di Paolo Negro
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